Poter vedere le labbra e le mani anche on line
di Nicola Rabbi e Martina Gerosa/Siamo giunti alla fine dei nostri laboratori di valutazione delle tecnologie che possono aiutare le persone sorde e ipoacusiche a comunicare attraverso l’utilizzo delle piattaforme on line. Nonostante tutti questi mesi passati a sperimentare quale fosse la piattaforma più adatta, quale il microfono o l’app per il cellulare più efficace, ci siamo resi conto che ogni persona è un caso a sé, sia per il tipo di deficit e quindi di bisogno (il suo specifico funzionamento) che per la dotazione informatica di cui dispone e anche delle sue abitudini e conoscenze tecnologiche.
Facciamo un esempio: nell’ultimo laboratorio ci siamo incontrati su Microsoft Teams perché si è dimostrata la piattaforma con un sistema di trascrizione automatica delle parole in lingua italiana più precisa. Il primo problema che abbiamo dovuto affrontare è che non tutti riuscivano a raggiungere il pulsante del menù che abilitava la trascrizione. E questo per motivi diversi, infatti la differenza viene fatta dal dispositivo che si usa (computer? tablet? cellulare?). Un modo per superare questo scoglio è consigliare l’uso del computer su cui la piattaforma Microsoft Teams, una volta scaricata l’app corrispondente, presenta il menù più completo. Ma forse questa soluzione non può essere praticata da tutti, ad esempio se una persona è in viaggio o si sposta, è più comodo usare uno smartphone.
Nella nostra comunità di pratica – le persone ipo- e non-udenti esperte che testavano le tecnologie che gli abbiamo proposto – c’è anche chi ha trovato l'interfaccia di Microsoft Teams “antipatica”, commento soggettivo ma non da sottovalutare perché il fatto di trovarsi bene con un'interfaccia è fondamentale nell’interazione con una tecnologia.
Un'altra situazione complessa che abbiamo affrontato è legata alla compresenza, in un evento on line, di persone sorde segnanti, che comunicano con la lingua dei segni e di persone cosiddette “oraliste” che usano la lingua italiana comune. In questo caso abbiamo la presenza degli interpreti in lingua dei segni [Lis], che devono avvicendarsi ogni tanto, vista la fatica che comporta questo lavoro. Nel nostro incontro erano in due. Una di loro a un certo punto ha detto: “Io vedo sul computer le facce di tutti, siete tutti piccolini, ma io devo vedere la faccia di A. e F. perché se mi rispondono con i segni devo vederli in un riquadro più grande”. In aggiunta noi stavamo condividendo con tutti un documento che occupava la maggior parte dello schermo, riducendo ancora di più le nostre immagini. Anche qui non c'è una soluzione unica e vincente. Per tentativi abbiamo visto che su Microsoft Teams è possibile controllare la grandezza delle immagini, scegliendo la persona da ingrandire. Chi lo fa (l’interprete o la persona sorda segnante), forse in quel momento vedrà il documento condiviso in una dimensione poco leggibile, ma avrà comunque superato il problema della comunicazione.
Lo stesso discorso può valere però anche per le persone cosiddette “oraliste” che devono vedere bene in faccia le persone sullo schermo perché oltre che a sentire devono poter leggere anche le labbra.
Come si vede il nostro tema non ha soluzioni facili ma va avanti attraverso continue sperimentazioni e la nostra speranza è che alla fine sarà realizzato qualcosa di utile per molte persone che devono fare i conti con le disabilità uditive.
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